Mediterraneo casa comune

La Convenzione dei diritti nel Mediterraneo si impegna a fare del Mediterraneo uno spazio di convivenza e pace. In questa sezione, esploriamo il concetto di Mediterraneo come casa comune e il ruolo che svolge nella promozione della partecipazione democratica e della cultura di pace.

Cambiare la narrazione del Mediterraneo

La Convenzione dei diritti nel Mediterraneo ha l’obiettivo strategico di “Fare del Mediterraneo uno degli spazi creatori di un’umanità che vuol vivere insieme”.
In tale contesto è importante dare risalto ad un fattore di contrasto alla rappresentazione pubblica in ambito internazionale che del Mediterraneo e di noi mediterranei si è formata nel tempo.

Essa nasce in culture esterne al Mediterraneo stesso e fa riferimento alla cultura fondamentalmente coloniale che nei secoli ha governato i rapporti con i popoli del mediterraneo e fra i popoli del mediterraneo. Da qui la volontà di costruire e diffondere, utilizzando proprio lo sforzo di recupero identitario, una narrazione alternativa che poggi l’idea di mediterraneo sulle “storie culturali” dei popoli del mediterraneo e finalmente sulla “nostra interpretazione autentica”.

L'Atlante storico dei popoli del Mediterraneo

L’obiettivo è la costruzione di un Atlante storico delle culture dei popoli del Mediterraneo che definisca, in particolare, il percorso di costruzione di una nuova narrazione condivisa:

  • individuazione di un linguaggio comune;

  • verifica e condivisione del linguaggio identificato tra i membri della Convenzione

  • individuazione dei concetti chiave utilizzando i quali definiamo la nostra idea di Mediterraneo e di conseguenza i temi narrativi che la rappresentano nei documenti e, alla fine, nell’Atlante storico;

  • ricerca di descrizioni delle storie culturali dei popoli da parte di esperti appartenenti alle culture rappresentate.

Riconoscere le radici comuni

Al raggiungimento dell’obiettivo strategico si arriverà attraverso un percorso complesso e lungimirante nella storia, nella geografia, nelle culture dei popoli mediterranei, che viene definito da obiettivi significativi fra i quali “riconoscere le matrici comuni dei popoli del Mediterraneo” e “ridare centralità ad un’identità mediterranea plurale”, in un modello culturale che interpreta le esigenze fondamentali dell’insieme dei popoli del Mediterraneo, quali pace, salute, acqua, alimentazione, saperi, capacità …, come beni comuni pubblici caratterizzanti la realtà del Mediterraneo da tutelare, approfondire, sviluppare.

Scopo ultimo dell’Atlante delle culture dei popoli mediterranei non è certamente quello di fare un prodotto culturale nuovo da aggiungere agli altri circolanti ma di applicare, rendere evidente l’effetto di un diverso modo di “pensare” al mediterraneo, questa volta con il mediterraneo.

 

I lavori del gruppo Mediterraneo casa comune

Il primo passo del gruppo di lavoro, con gli incontri di Puntalazzo di Mascali, è stato quello di individuare in modo condiviso i contenuti da narrare nel futuro Atlante e le strategie del suo racconto cercando di rispondere a due domande: che cosa raccontare dell’identità mediterranea? e come raccontare la storia delle comunità mediterranee?

Le discussioni nel gruppo, in plenaria così come in gruppi ristretti, si sono svolte a più livelli percorrendo tre dimensioni di analisi dell’identità: 1. la memoria ovvero la ricostruzione dell’evoluzione dell’identità percepita; 2. la mediterraneità ovvero la definizione dei contenuti identitari comuni e condivisi fra le comunità; 3. la territorializzazione dei contenuti identitari condivisi.

Abbiamo cercato con le mappe concettuali della Memoria Culturale e della Mediterraneità di restituire la complessità della visione mediterranea emersa dalla discussione e la reale ampiezza e profondità della diffusione dei modelli culturali compresenti nelle varie comunità locali.

Con l’incontro di Favara si inizia l’indispensabile secondo passo della prima fase di definizione della linea narrativa dell’Atlante, che consiste nell’allargamento della platea di discussione a tutti i rappresentanti dei sottoscrittori della Convenzione e ai loro esperti, con i quali verranno condivise le mappe finora disegnate come proposte da approfondire, completare e attribuire loro la massima significatività possibile.

 

 

 

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